Di Pina Calabrò
La nostra terra è il tempio.
Un fiume di danari l’ha percorsa ma, alla foce, poco è giunto.
Abbiamo 18 ospedali chiusi.
Il budget per le prestazioni sanitarie è già finito a metà anno, assorbito dai rivoli del privato, con le prestazioni pagate due o tre volte, come testimoniato in atti giudiziari.
Abbiamo le vie invase dalla spazzatura; anche qui si pasteggia lautamente, tra emergenze create per piani d’intervento sempre privati.
La strada 106 è detta “la via della morte”, pericolosa e poco funzionale, con tempi di percorrenza spesso biblici. I treni sono calessi da Far West, l’aeroporto è moribondo. Il porto di Gioia Tauro sempre posposto nelle scelte strategiche nazionali a favore di altri scali.
Abbiamo il 21,5% di dispersione scolastica. E’ questo un segnale molto inquietante. Significa che non si cura il futuro, che si continuerà a non sostenere come dovuto istruzione e formazione dei giovani, già colpiti dalla perdita di capitale umano, costretto a migrare o a reggere il mortifero giogo del ricatto, del favore, da restituire in eterno.
La vocazione agricola della nostra Terra è vilipesa dall’abbandono, dagli incendi, altra emergenza redditizia per i privati. L’aria di Calabria, la migliore, certificata, d’Europa è insozzata da fumo, diossine e canadair.
I morti chiedono sempre giustizia e non di morte naturale sono stati vittime Margherita Cilione e Antonino Cilione in area grecanica, per difendere la loro terra. Il dolore scuota le coscienze!
Chi darà loro giustizia?
Solo gente pulita, che ama la sua Terra, potrà sanare le ferite di una Regione che non merita tutto ciò, bella da togliere il fiato.
Ecco anche la Chiesa urla con la dichiarazione dei suoi organi istituzionali sull’ Avvenire di oggi, 8 agosto 2021, che hanno chiesto espressamente pulizia nelle liste per le prossime elezioni: VIA I MERCANTI DAL TEMPIO.
Pina Calabrò