Perché aderire allo sciopero generale indetto dai sindacati CGIL e UIL?

In questi anni segnati dalla pandemia abbiamo toccato con mano, ove mai ce ne fosse bisogno, quanto sia necessario investire in uno stato sociale forte ed efficiente.


La precarietà ha imposto cambiamenti radicali negli stile di vita di lavoratori e lavoratrici, che si sono visti eludere diritti e possibilità. Ciò è lapalissiano nelle crisi che la nostra società attraversa in molteplici settori, da quello delle natalità agli accessi ai mutui.


L’impoverimento salariale si riflette anche in un inasprimento nelle vite di giovani uomini e donne, aventi oggigiorno possibilità di compiere scatti nella scala sociale marginalmente ridotti, rispetto a quelli compiuti solo pochi decenni orsono dai propri genitori.


Rispetto ad un sistema pensionistico saltato nei fatti, dove le promesse elettorali plurime di sedicenti politici si sono tradotte nelle Camere, così come in seno agli Esecutivi, in bla bla bla della peggior specie, rivendichiamo insieme al mondo del sindacato garanzie e tutele.


E’ opportuno e doveroso leggere l’emergenza epidemiologica anche sotto un profilo sociale, perché è necessario prevenire con adeguate misure a nuove potenziali crisi, come quella in corso, con necessari interventi di welfare.


Il PNRR nel suo complesso rappresenta una grossa opportunità. Gestirlo con politiche neoliberiste sarebbe l’ennesima occasione persa per il nostro Paese e per la nostra regione, in cui ancor più evidenti sono le dicotomie pubblico-private, inaspritesi nella vessazione che negli anni ha portato alla chiusura di ospedali e presidi socio-assistenziali, che invece sono fondamentali per un territorio geograficamente frammentato com’è il nostro. Il tutto tenendo in considerazione l’impoverimento regionale contrassegnato dall’emorragia demografica, che vede un quotidiano depauperamento di giovani emigrare per mere ragioni economico-salariali.


Rispetto queste e tante altre tematiche, che a livello nazionale così come sul piano locale sono vicendevolmente connesse, non solo aderiamo allo sciopero indetto per il 16 dicembre, ma invochiamo pretendendo da certi mezzi di informazione e sedicenti partiti politici maggior rispetto per il mondo del lavoro, vessato ed impoverito, senza prospettive di ripresa alcuna previste dal governo, che nei fatti, non si è dimostrato essere dei “migliori”.

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