Ultimi nel piano vaccinale, Espulsi dal Recovery Fund, Fuori dal Futuro
NOI NON CI STIAMO! È ARRIVATO IL MOMENTO DI DIRE BASTA!
Le notizie – dopo il pessimo spettacolo del balletto dei commissari alla sanità – ci dicono che siamo ultimi nel piano vaccinale, e con molti punti interrogativi che ci lasciano nel dubbio, in compenso primi sui giornali per scandali legati alla gestione sanitaria e agli interessi opachi che continuano a manovrare i destini della regione e a bloccare il futuro della Calabria.
Rischiamo di perdere anche l’ultima speranza data dal Recovery Fund, poiché il governo e i partiti nazionali trattano la Calabria come “la cancrena invisibile” da rimuovere nelle agende degli investimenti, da marginalizzare politicamente con un commissariamento dei diritti, prima che delle istituzioni. In questo clima è maturata la scelta di escludere il ministero del Sud dai tavoli decisionali sulla trasformazione ecologica e digitale dell’Italia. E, puntualissima, è ripartita anche l’offensiva sull’autonomia rafforzata per le Regioni del Nord che, oltre a non voler compartecipare alle spese comuni, vogliono appropriarsi anche del “bottino” Recovery Fund, e delle maggiori somme assegnate all’Italia proprio in ragione delle condizioni estreme in cui versa il Sud, con il vincolo cioè del rispetto del “patto di coesione”, ovvero l’obbligo di investirli per il rilancio del Sud. È accettabile?
Le diseguaglianze e le contraddizioni, esasperate dalla pandemia, rischiano di aggravare, con la sospensione del voto, la frattura fra cittadini e istituzioni, soprattutto al Sud e soprattutto in Calabria: l’unica regione che dovrà andare al voto per rinnovare i suoi rappresentanti regionali e il suo governo! L’unica ridotta al silenzio! È la resa della democrazia: in Calabria non si vive e non si vota. Diritti perduti di cittadini persi: oltre alla salute e al lavoro, ormai cancellati da decenni dalle ambizioni del potere clientelare, i calabresi potranno vantare il primato del “silenzio politico”, proprio nei mesi in cui il Governo nazionale dovrà decidere come e dove investire i soldi del Recovery Fund. Nei mesi in cui le regioni del Sud dovrebbero controllare, verificare e compartecipare a tali scelte, il Mezzogiorno perde l’ultimo treno per lo sviluppo e la parificazione con il resto del Paese, mentre la Lega e il nord hanno preso il timone di ministeri chiave.
È una condizione che non è più accettabile: ci sono donne, uomini, giovani che sono già uniti su un orizzonte politico fondato sui temi della giustizia sociale, della lotta alle diseguaglianze, della transizione ecologica, dei nuovi diritti, della parità di genere, del diritto al futuro delle giovani generazioni, mentre certa Sinistra resta inchiodata al passato e a classi dirigenti lontane mille miglia dalla rappresentanza democratica. Di questo orizzonte, di questo “diritto al futuro e alla felicità” abbiamo fame: per perseguirli abbiamo bisogno di un progetto politico nuovo, di nuovi strumenti di partecipazione e di una classe dirigente capace di pensarlo, costruirlo, realizzarlo. Serve una vera e propria rivoluzione copernicana: una di quelle rivoluzioni di cui sono capaci solo gli ultimi, quelli che non hanno più niente da perdere, o che non tollerano più di dover sempre perdere tutto, anche quando gli spetterebbe di diritto. Come i calabresi: diaspora di eccellenza nel mondo, zavorra dimenticata nel proprio Paese.
Lo scorso 8 Marzo, Anna Falcone ha lanciato l’idea di “Un nuovo laboratorio politico dalla Calabria per tutto il Paese” in cui si legge: “Sarebbe bello, giusto, e rivoluzionario, per la nostra storia democratica e di tutto il Centro-Sinistra, se proprio dalla Calabria – ultima regione d’Italia e d’Europa – partisse un laboratorio politico capace di tagliare definitivamente con il passato e costruire questo orizzonte futuro. Perché è solo su questo orizzonte nuovo che sarà possibile ritrovare una vera unità, una feconda convergenza delle tante energie che danno corpo, gambe e anima alla “Sinistra che non c’è ancora”. Di più, a quell’ “Umanesimo sociale” che – ben oltre noi stessi e i nostri recinti ideologici – è il destino che la nostra generazione è chiamata a compiere. Per il Sud, per l’Italia, per l’Europa, per il mondo nuovo che vogliamo costruire insieme”.
Unaproposta di pratica innovativa di partecipazione democratica e rilancio di uno spazio aperto e innovativo in cui le idee e le proposte vengano prima di ogni protagonismo e personalizzazione. La Calabria ha bisogno di una nuova stagione, di un radicale rinnovamento politico, di volti e pratiche, che recida una volta per tutte i legami di potere che troppo spesso hanno inquinato la vita democratica dei partiti e condizionato le scelte democratiche a svantaggio dei calabresi. La Calabria ha bisogno di coraggio e credibilità, delle idee e di chi le porta avanti. Per questo vogliamo lanciare una stagione nuova, una Primavera democratica, dei diritti, dell’uguaglianza, della partecipazione! Aperta a tutti, fatta da tutti coloro che credono in questi valori e pretendono che vivano nelle storie e nella concretezza delle scelte politiche.
Per questo partiremo con uno spazio aperto dove poterci confrontare ed elaborare l’idea di quella Calabria che vorremmo e che non c’è ancora, della Calabria che vogliamo costruire insieme.
La sfida di un laboratorio politico che parte dalla Calabria per tutto il Paese!