L’ Indignazione terrona

di Marina Neri

Viene in Calabria. Lido. Mare di Soverato. Selfie di routine . Sorriso e cibo in primissimo piano.
Mister simpatia per i Friends Bruzi, Itali e Magno Greci.

Poi, indossata la maschera del dolore, farà una capatina in Aspromonte dove ancora ardono alberi e Storia. Parlerà….( a che titolo?????) con i sindaci dell’area colpita e troverà soluzioni mirabolanti. Come quelle che dall’opposizione al governo dei migliori ne hanno fatto un campione del tutto e il contrario di tutto.

Ma per i Mojito Boys questo è sorvolabile. Giustificabile come il lancio delle mascherine da un elicottero sul mare da parte del ” politico amante della Calabria e leghista Leo Battaglia”.

E pare senza speranza questa terra se si inchina al ” colonizzatore ” di turno che l’affabula, la fa innamorare per lasciarla dopo ( il Recovery) sedotta e abbandonata!

Poi , leggi un post. Veemente. Appassionato. Di un signore reggino, Benito Lisitano , che non teme il dileggio https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=360661988987587&id=100051313663042
e, improvvisamente, riaffiora in te il demone dell’Indignazione.

Sono una calabrese. Sono una donna. Sono una emigrante di ritorno. Ho imparato ad amare il Nord in cui ho vissuto riamata dalla sua gente. Oggi vivo, opero, sogno, soffro, gioisco in Calabria. E sono una mamma in questa terra, di questa terra.

Come ogni madre sono portatrice sana di ” utopie” ma sono il sale con cui insaporisco il cibo dei miei figli.

Perché? Perché non mi rassegno alla catastrofe della mia terra.

È vero, a breve la mia gente potrà votare ancora Lega. Dopo gli epiteti negli anni lanciati. Dopo i puzzoni, i malfamati, i malfattori, gli scansafatiche , i questuanti assistenzialismo, questi gli aggettivi associati al termine meridionale, mi sarei aspettata un diverso trattamento in questi ultimi anni verso il Carroccio da parte dei miei corregionali.

Memoria corta? Un calabrese? Mai!

Un calabrese muore per orgoglio, e lo so per certo, per tutte le volte che terra ho mangiato anche io quando ho preferito cadere e mangiare polvere piuttosto che stare in ginocchio.

Terroni, sì. E non è ingiuria nella mia accezione!

È l’estremo attaccamento alla terra che unisce anche quando la diaspora dell’emigrante porta lontani nel mondo.

Ma è un territorio strano la Calabria. È terra di grande silenzio che cala su tutto obliando a volte, persino la coscienza e la voglia stessa di riscatto.

E scatta la rabbia in chi non si rassegna, in chi vorrebbe sentire l’urlo degli antichi guerrieri che abitarono questa terra.

È una terra in coma, figlia stuprata dalla criminalità organizzata.
Eppure nessuno sciama per le strade , nessuno
protesta per avere il diritto di essere liberi. E quando qualcuno lo fa viene lasciato solo. Abbiamo ” normalizzato il Bisogno”, programma trasversale a tutte le forze politiche.

Poi capita un guizzo, una scintilla…Orgogliosa di essere calabrese quando si leva alto il grido: #LaCalabriaNonSiLega. Quando i fischi di contestazione al leghista in comizio perenne non gli consentono di proferire parola. Quando lenzuola ai balconi sottolineano il dissenso.

Ma, perdonatemi. Non riesco a gioire completamente.

Una terra martoriata, in perenne guerra dovrebbe fare risuonare ovunque il suo grido di dolore, dovrebbe urlare SEMPRE il disappunto non solo contro il leghista. Lui è solo il portato di uno scempio fatto da altri, da tanti, da tutte le forze politiche. Invece il silenzio rimbomba come eco inquietante nelle valli. Non basta urlare dieci minuti contro Salvini. Quello è importante, è un segnale di svolta, ma rimane puro “esercizio” di orgoglio se poi quell’ orgoglio non si concretizza in atti, in comportamenti coerenti e costanti.

Oggi la priorità è una sola: riprenderci la Dignità di essere orgogliosamente cittadini liberi . Senza la Dignità non si va da nessuna parte . Quei ragazzi con le valige li stiamo creando noi girandoci dall’altra parte con il : ” sai , io voto a tizio perché quando ho bisogno è a disposizione. Continuiamo ad essere a disposizione di Tizio, Caio, Sempronio, e quella disposizione ci ha indotti ad ammazzare la speranza dei nostri figli”‘( Antonino De Masi)

Parole sferzanti. Forti come i fischi che continuerò e continueremo a fare contro Salvini. Parole che pesano e durano molto di più di un fischio. Salvini verrà e andrà via, probabilmente anche la Lega. Queste parole, invece resteranno, marchieranno noi calabresi chiamandoci alle nostre responsabilità.

Ecco la rabbia propositiva. Quella che emerge ma non sommerge. Quella che crea, non distrugge, quella che muove l’azione.

Votare Lega da calabresi. È un ossimoro. Per quanto abbia potuto furbescamente togliere ” Nord” dal logo , è sempre a quella latitudine che guarderà per dirottare fondi, rimpinguare disponibilità, creare possibilità.

Comprendo che più forte del disappunto di essere umiliati sulle origini, vi è lo schifo a provarsi per una classe politica, quella che da decenni governa la nostra terra, povera di contenuti, scaltra nel prendere e avara nel dare, opportunisticamente arroccata su scranni a intendersi investiture divine.

Una classe politica che si ricompatta per decidere sulla rideterminazione dei vitalizi, in gran fretta e in sordina, sulla gestione dei fondi del PNRR e lo dimostreranno le liste per le prossime elezioni, ma che non trova mai compattezza nei progetti, nelle riforme,nelle urgenze croniche, scusate l’ossimoro, di cui è gravida questa regione.

Ma so anche che un calabrese non sa dimenticare.

La mia gente un tempo era così. Mi auguro che nel suo DNA scorra ancora l’antica tempra.

Diciamolo apertamente che siamo stufi delle parole senza costrutto, dei programmi da azzeccagarbugli, dei nastri tagliati sul vuoto, delle promesse che irridono le intelligenze di queste latitudini.
Che non amiamo criticare tout court.

Il Diritto di Replica, però, lo può avere solo CHI FA, PERCHÉ FA!!!
Ricordiamoci che un calabrese mantiene la parola. Ovunque si trovi , qualsiasi vento spiri.

Il mio popolo è solo In Attesa, e cerca di sbarazzarsi come può, di coloro in cui non crede più.

È un popolo disperato, speriamo che abbia ancora il Voto LIBERO in cui sperare.

Nella disperazione anche il ” fuoco di un cerino sembra il sole che non hai”. Ecco perché la Lega è giunta qui.

Mi auguro sempre che nessuna ampolla padana racchiuda un giorno il nostro sole, il nostro mare, la dignità e l’orgoglio dei nostri figli ! Ma dipende da noi.

Salvini è SOLO un effetto, non la causa.

#lacalabrianonsilega

Marina Neri
Marina Neri Primavera della Calabria
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