Quando si parla di giovani o ai giovani, due sono le sensazioni più frequenti che emergono: insicurezza e, peggio ancora, rassegnazione. Se facessimo un giro qui, in questa piazza, e chiedessimo ai ragazzi cosa pensano della Calabria, è difficile trovare qualcuno che non dica “tanto fra qualche anno sarò costretto ad andare via dalla Calabria, non mi offre nulla”. I giovani vivono un senso di “esclusione preventiva” soprattutto di fronte al del lavoro.
Difficile biasimarli se osserviamo i dati relativi alla disoccupazione giovanile in Calabria: 3 volte più alta della media nazionale in un Paese, l’Italia, che già registra una disoccupazione maggiore rispetto ai partners europei.
Il risultato è l’allontanamento dalla Calabria. Un trend costante, che se non affrontato, e invertito, produrrà l’effetto di perdere, da qui ai prossimi 30 anni, circa 1/4 della popolazione calabrese. Tradotto: la Calabria diventerà sempre più anziana e perderemo il motore socio-produttivo garantito dai giovani.
Con un quadro così, è difficile parlare di futuro.
Le istituzioni regionali, ma chiunque si accinga a fare politica in Calabria, ha l’obbligo di porre al centro della rispettiva agenda politica, la questione giovanile. Vanno create nuove opportunità, questo fa la buona politica, crea nuove opportunità e permette a tutti di usufruirne.
Noi di Primavera della Calabria, abbiamo messo al centro del nostro progetto anche i giovani. Essi vanno sostenuti, valorizzati e ascoltati.
Servono aiuti concreti alle start up e all’imprenditoria giovanile, tanti sono i ragazzi che si rimboccano le maniche e creano attività; è necessario un costante percorso di formazione professionale, magari a carico della Regione, rivolto a giovani professionisti e studenti, capace di fornire un continuo aggiornamento, utile ad accrescere un bagaglio culturale e professionale, che si potrà esprimere in ambito lavorativo; servono stage e tirocini seri, che non rispondano al progetto di turno ma che effettivamente valorizzino il merito e le competenze; è necessaria maggiore attenzione alla sicurezza dei lavoratori, con incentivi e protocolli che accrescano la prevenzione degli infortuni sul lavoro e investimenti sulla formazione, volta ad aumentare la consapevolezza dei rischi (cultura della sicurezza) nel pubblico e nel privato ; tutti hanno diritto di accedere agli uffici pubblici, i concorsi vanno fatti (in primis), servono procedure chiare e trasparenti, senza figli e figliastri, in modo che tutti in egual modo vi possano concorrere.
È poi fondamentale dare voce direttamente a chi vive in prima persona i disagi legati al rispettivo ambito professionale. Lanceremo, con gli altri ragazzi, una iniziativa che dia appunto ascolto alle lavoratrici e ai lavoratori, al fine di realizzare un dossier con testimonianze dirette.
Per i giovani è poi assolutamente imprescindibile PARTECIPARE. Chiunque parla di astensionismo, chi incentiva al distacco dall’attività politica o simile, più che fare il gioco della vecchia, e cattiva, politica, arreca un danno concreto ai giovani stessi, lasciando che siano sempre i soliti pochi a NON decidere per loro.
È arrivato il momento di dare risposte concrete. Non bisogna vendere sogni, non servono più le passerelle e i teatrini di certi politici, servono solo proposte pratiche, utili a far superare quello spirito di rassegnazione che domina fra i ragazzi e le ragazze calabresi.
Ci sono tutti i mezzi per fare sì che la Calabria diventi terra di immigrazione professionale. È pur vero che oggi è normale spostarsi per lavoro in altre regioni ma non è normale che questa sia una tendenza unidirezionale, sempre verso l’esterno. La Calabria, oltre a trattenere i propri talenti, deve cominciare ad “ospitare” altri, creando appunto quel terreno fertile in cui possano sopravvivere i talenti.
Se il futuro è bloccato, allora è arrivato il momento di sbloccarlo.
Disinteresse verso i giovani e rassegnazione, magari non saranno facce della stessa medaglia, ma producono effetti medesimi.
Un Paese, nella fattispecie una Regione, che non valorizza le competenze giovanili è un Paese senza futuro; se, in troppi casi, addirittura si impedisce proprio di far emergere quelle stesse competenze, allora si è sconfitti in partenza. Nessuno può permettere che questo accada. Noi ci proveremo con tutte le nostre forze a invertire la rotta, perché crediamo nei giovani e crediamo nel futuro.
