Datemi una matita…

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Ho provato a riavvolgere il nastro. Ma non ricordo più quando fu l’ultima volta che votammo liberamente.

Non ricordo più quando fu l’ultima volta che la TV disse: – grande affluenza alle urne-

Ormai il primo partito è quello degli Astenuti. Punte del 60 per cento in determinate aree del Paese. Direttamente proporzionale il trend alla povertà, alla crisi, alla disillusione.

Liquidano il problema parlando di ” disinteresse”. Cercano di curare le pustole infette. Ma nessuno risale mai alla causa e la metastasi si allarga come un Blob inarrestabile.

Ci sono maggioranze che sono il 40 per cento del 20 per cento che va a votare. Media compiacenti tacciono questo dato e , artatamente, fanno passare l’ informazione che poi si radica , sostenendo che questo o quel partito hanno la maggioranza del 40 per cento. Comprendiamo bene come vi sia una differenza abissale tra il dichiarato ed il reale.

Ciò comporta un continuo e silente stillicidio di disaffezione alla politica , un progressivo disimpegno e un allontanamento in quanto ritenuta inaffidabile, inattendibile e spregiudicatamente profittatrice .

Ecco la disillusione e, infine, la rassegnazione. Sono le dittature a impedire la scelta dei candidati .

Cos’è che connota la nostra democrazia partecipativa? Non solo “Il Non Voto” ma anche il Non Voto libero. La percezione terribile che quella matita dentro la cabina, quella scheda dentro l’urna non serva a nulla, possa essere solo ” strumento di scambio” finché c’è un bisogno da soddisfare combinato con un favore da elargire.

Come puntare il dito contro padri e madri che nella giostra dei rimpalli di responsabilità amministrative hanno perso il lavoro? Come colpevolizzare giovani traditi da un contratto sociale con lo Stato stipulato sin dalla nascita e defraudati della possibilità di esperire il rimedio dell’ ” Inadimplenti non est adimplendum ? ” (All’inadempiente non devi alcun adempimento) . Come dire a un pensionato :- tu rovista nella spazzatura perché puoi vivere con 400 euro mensili mentre per Formigoni vale il principio costituzionale che nessuno deve vivere nell’indigenza?- Parliamo di autodichia dei regolamenti parlamentari ai tirocinanti precari a vita, ai disoccupati, ai licenziati, ai cassintegrati. E vediamo allontanarsi il loro sguardo, il loro mondo, la loro stima. E ci accorgiamo che il partito del non voto è trasversale, non ha un discrimine netto ” colto/ incolto” .

È accomunato solo dalla stanchezza.

Quella che lede i sogni, erode ogni speranza e fiacca ogni velleità di risveglio.

Non può essere un dito a puntarsi . Deve esserci una mano a tendersi. Una mano a risollevare chi è in ginocchio per tutte le volte che ha dovuto chiedere e, prostrato , ha dovuto supplicare. Una mano a dimostrare di essere uguale a quella che si stringe.

Solo così, comprendendo senza giudicare, ponendosi a fianco di chi si vuole aiutare, si tornerà ad impugnare una matita dentro una cabina e a scegliere uomini e donne che spazzeranno via, con la coerenza del loro vivere, questa Democratura.


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