CALABRIA: sarà una “regione ospizio?”

In queste ore giunge la notizia dell’accordo che porterà al governo i socialisti della SPD, gli ambientalisti del Grunen ed i liberali della FPD a sostenere il prossimo cancelliere della Repubblica Federale di Germania Olaf Scholz.

Nel patto interpartitico emergono alcuni punti su cui è lecito focalizzare la nostra attenzione, per meglio confrontarla col caso specifico italiano e calabrese.

Mentre difatti ci si interroga sull’utilità di istituire una legge sul salario minimo, e si arrovelli sulla bontà del reddito di cittadinanza, giunge l’annuncio dalla Repubblica dei Lander di alzare il salario minimo per i lavoratori tedeschi a 12 € per ogni ora di impiego.

Ciò fa riflettere parecchio, anche a fronte dei dati OCSE che vedono il Bel Paese regredire di quasi il 3% sui salari annuali medi nel periodo considerato fra il 1990 ed il 2020. La locomotiva tedesca tira, e corre così ai ripari per porre rimedio al malcontento che verosimilmente incalzerà con l’aumento dell’inflazione che ha appena bussato alla porta dell’eurozona (e non solo), con gli aumenti di materie prime energetiche e beni di prima necessità.

E’ importante investire nel lavoro, creando occupazione a salari dignitosi. Diversamente la nostra regione già tristemente intaccata dall’esodo di giovani e persone in piena età lavorativa, finirà per essere definitivamente una “regione ospizio”. A fronte delle progettualità che hanno cercato di stimolare l’imprenditoria, si registrano ancora modesti risultati. Ciò a riprova che nella coscienza del senso comune calabrese, si prediligano le “sicurezze” di uno stipendio con retribuzione fissa, piuttosto che l’imprevedibilità del mettersi in proprio.

E’ quindi doveroso continuare con corsi, formazione, bandi utili a stimolare ed accompagnare chi decide di scommettere su se stessi e sul territorio. Ma è altrettanto importante garantire occupazione piena a fronte di una regione che vede un depauperamento costante in termini di risorse umane, servizi e salvaguardia del territorio.

E’ difatti inverosimile che in una regione come la nostra, con un clima ed una biodiversità invidiabili, con ricchezze storico-paesaggistiche e culturali da capogiro, non si riesca a dare opportunità di impiego ad una esigua popolazione residente (almeno sulla carta). Eppure i calabresi non chiedono di guadagnare milioni, in quanto spesso emigrano per lavori che garantiscono altrove entrate utili allo stretto necessario, non certo votati all’arricchimento, ma che comunque offrono condizioni di vita più decorose rispetto a quelle tribolate in Calabria.

Sempre in Germania, l’esecutivo si impegna a portare avanti la proposta di abbassare a 16 anni l’età necessaria per votare. Chissà se il nostro Consiglio regionale saprà avanzare proposte utili in tal senso, per svecchiare un sistema che a livello nazionale, quanto regionale, appare sempre più lontano dall’essere rappresentativo delle istanze giovanili, ovvero completamente staccato da una grossa fetta di elettorato che neppure si reca alle urne o presta attenzione ad un mondo, quello politico, autoreferenziale anche in termini di rapporti generazionali.

Gruppo Giovani- Primavera della Calabria

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